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Rom-E, oltre alla sostenibilità si promuove l’integrazione. Esposte installazioni ecologiche dei migranti

Per la prima volta Fercam, Linaria e Medihospes, cooperativa sociale impegnata nell’integrazione dei migranti a Roma, presenteranno la futuristica stazione di biodiversità. Per un futuro davvero green

Roma si schiera a difesa dell’ambiente e degli ecosistemi. Ma anche a favore di una più piena integrazione. Per la prima volta sarà presentata nella Capitale, in occasione dell’evento Rom-E in programma da sabato 2 a domenica 3 ottobre, la stazione di biodiversità realizzata con il contributo di richiedenti asilo accolti nelle strutture SAI di Roma.
Nata dalla collaborazione fra Fercam, Linaria e Medihospes, cooperativa sociale impegnata nell’accoglienza e integrazione dei migranti, il progetto vuole non solo sensibilizzare le persone sull’importanza di preservare e salvaguardare l’ecosistema cittadino, ma anche creare percorsi tematico-didattici che diffondano la conoscenza della biodiversità urbana.
Il progetto, però, riveste un ulteriore fine: offrire a sette richiedenti asilo, ospiti nelle strutture gestite dalla Medihospes a Roma, la chance di intraprendere un percorso di riqualificazione professionale. “Insieme a Fercam e Linaria – racconta Claudia Milazzo dello sportello polifunzionale Medihospes – abbiamo pensato a un progetto di responsabilità sociale per richiedenti asilo attraverso l’attivazione di tirocini formativi”. E conclude con un augurio: “Poiché il progetto di biodiversità è pilota, la nostra speranza è che possa essere replicato in altre città, aziende e realtà. Perché, oltre a beneficiarne l’ambiente e gli ecosistemi stessi, rappresenta una possibilità di crescita lavorativa e professionale per chi ha trovato in Italia la sua nuova casa, dopo essere riuscito a sfuggire a guerre, carestie e persecuzioni”.

La stazione di biodiversità
La stazione di biodiversità si inserisce all’interno della rete ecologica urbana come un tassello attivo di un sistema interconnesso di habitat diversi. È un luogo di cura, formazione e sviluppo di risorse e reti del territorio per la sua specifica funzione ecologica, ma è anche un presidio di buone pratiche legate alla cultura del riciclo e del riuso, uno strumento di riflessione sulla promozione di città più sostenibili e resilienti. Non ultimo il ruolo sociale che le stazioni rivestono: sono strumento per creare nuove relazioni tra cittadini, natura e spazio pubblico e potenziare il senso di comunità e di cittadinanza attiva.
Costruita in legno riciclato e altri materiali di scarto, installano pannelli solari e sensori a composizione di un network in grado di registrare dati e funzioni diversi. Sono provviste anche di pannelli descrittivi per diffondere la conoscenza degli ecosistemi naturali urbani, delle piante e degli insetti che li popolano. Piante come arbusti ed erbacee spontanee, orticole e aromatiche per una scelta botanica all’insegna della sostenibilità.
Da un punto di vista faunistico, le stazioni ospitano rifugi per pipistrelli utili alla lotta biologica e al controllo di alcuni insetti parassiti, mangiatoie per uccellini per aiutarli, a reperire cibo, un “hotel” per insetti per la colonizzazione di preziosi impollinatori tra cui api, farfalle e altri.
Un progetto oggi più che mai indispensabile per le città dove è più evidente il declino della biodiversità con tassi di estinzione senza precedenti nella storia umana tanto che nell’arco di qualche decennio sparirà circa 1 milione di specie animali e vegetali. E le cause sono tutte legate all’azione dell’uomo. Alla base di questo degrado cambiamenti climatici, impermeabilizzazione dei suoli, inquinamento.