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Memorial Balde, la nuova edizione del torneo di calcio in ricordo del giovane rifugiato scomparso a 23 anni

Organizzato dalla cooperativa sociale Medihospes e dall’associazione Vivibile, il tradizionale appuntamento milanese vuole essere un momento di sport e cultura in cui i beneficiari dei centri CAS e SAI di Milano si ritrovano per ricordare l’amico e sensibilizzare l’opinione sulla necessità di fare integrazione

Sabato 17 giugno al centro sportivo dell’associazione “Quarto Oggiaro Vivibile”, Milano, si è svolta la terza edizione del Memorial Musa Balde, torneo di calcio organizzato dalla cooperativa sociale Medihospes e dall’associazione Vivibile in ricordo del giovane guineano morto suicida all’età di 23 anni nel CPR di Torino. Il calcio come strada per la lotta al razzismo e per un’integrazione piena che vada al di là di ogni pregiudizio e stereotipo.

A scendere in campo otto squadre in rappresentanza di altrettanti centri d’accoglienza CAS e SAI e associazioni fra le province di Milano e Lecco, impegnate ogni giorno a dare ascolto e supporto a chi viene in Italia con dietro soltanto un bagaglio di speranza.

Novità di questa edizione un match disputato da alcuni piccoli ospiti che ha anticipato i tornei femminili e maschili dei richiedenti asilo.

L’invito a partecipare è stato rivolto ai centri d’accoglienza del territorio come modo nuovo e originale per fare rete e lavorare insieme alla promozione di un messaggio di cuore: raccontare la solitudine e le difficoltà che si trovano a vivere i ragazzi che approdano in Italia. Persone che hanno un grande bisogno di conforto, sostegno e attività che ne favoriscano l’integrazione nel tessuto cittadino.

Alla presenza delle autorità cittadine, la Medihospes e Vivibile hanno organizzato un evento che non fosse solo sportivo. Così, ad accompagnare il torneo, momenti di grande spessore e intensità quando alcuni rifugiati e richiedenti asilo, insieme agli assistenti sociali, hanno raccontato il vero significato del viaggio in Mediterraneo, costretti ad abbandonare casa e affetti familiari pur di ritrovare una nuova ragione di vita. Poi, attraverso storie, aneddoti e fotografie, hanno ricordato l’amico Musa Balde tra la commozione di tutti i partecipanti.

“Abbiamo organizzato questo evento – spiega Serenella Calderara, coordinatrice del Cas Mancini per la Medihospes – per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla storia di Musa Balde. Speriamo che certi episodi non si verifichino più”.