Si è svolto il 12 e 13 settembre alla Fiera del Levante di Bari il Forum Mediterraneo della Sanità “Innovazione e sostenibilità delle cure: le proposte da Sud”. Organizzata dalla Fondazione per la Sicurezza in Sanità in collaborazione con AResS Puglia, la due giorni di convegni e workshop ha affrontato diversi temi: dall’umanizzazione delle strutture ospedaliere ai nuovi livelli essenziali di assistenza, dalla sicurezza delle cure e responsabilità professionali all’innovazione nella salute e nel sociale, fino alle nuove tecnologie ed all’integrazione delle cure.
Tra i relatori a intervenire sul palco è stato chiamato anche Luigi Grimaldi, responsabile Sviluppo Servizi Socio-sanitari della cooperativa sociale Medihospes Onlus. Il suo intervento, all’interno del Workshop dal titolo “L’evoluzione delle imprese a supporto della sanità che cambia”, ha messo in risalto il contributo del Terzo Settore in ambito sanitario, portando un esempio di best practice promossa dall’associazione genitori Anni Verdi Via Dionisio Onlus e supportata dai professionisti della cooperativa sociale Medihospes.
Nel caso di persone con disabilità complessa e con problemi di comunicazione o collaborazione l’accesso alle cure è problematico e non sempre adeguato ai loro bisogni. Il tema dell’accesso ai servizi sanitari è sentito come particolarmente critico e non risolto da utenti, familiari e operatori, che segnalano ancora oggi numerose difficoltà. “Oggi né le strutture pubbliche né quelle private sono preparate a gestire un bisogno sanitario di una persona non comunicante, ancor peggio se essa è disabile”, ha dichiarato nel suo intervento il responsabile di Medihospes.
Da questa esigenza è nata l’idea di promuovere un polo specializzato a Roma che facilitasse l’accesso ai servizi sanitari agli utenti disabili non collaboranti e a garantire agli stessi un’assistenza sanitaria adeguata ai bisogni specifici. A seguito del tavolo di concertazione fra istituzioni, stakeholder e i professionisti della cooperativa Medihospes è stato siglato un protocollo per l’avvio di un’azione di sistema, denominato “Curare Con Cura”, che ha istituito all’interno del poliambulatorio romano del presidio integrato “Santa Caterina della Rosa” nel quartiere Prenestino, uno sportello dedicato ai disabili non collaboranti e loro familiari. A loro disposizione un team di specialisti in grado di leggere i bisogni sociali e sanitari e creare le condizioni per assicurare le prestazioni nei tempi e da parte degli stessi medici che operano nella struttura.
Sono molteplici i vantaggi apportati dal progetto “Curare Con Cura”: staff specificamente dedicato a persone con disabilità complessa, che operi in maniera continuativa e sistematica per assicurare le cure e le indagini diagnostiche ritenute necessarie per i soggetti interessati; accesso a visite specialistiche alle medesime condizioni di tutti gli altri cittadini ma con modalità che facilitino tale accesso grazie ad una organizzazione e a medici specificamente preparati ad accogliere e comunicare con tale utenza; conseguimento di sensibili risparmi nell’erogazione dei servizi; istituzione di un punto di riferimento per tutte le famiglie di persone con disabilità complessa per poter escludere l’inutile ricorso ai pronto soccorso; recupero dell’appropriatezza delle cure attraverso misure terapeutiche e diagnostiche modulate sulla specifica patologia tenendo conto delle difficoltà emotive e relazionali del paziente; approccio integrato all’intervento specialistico, che coinvolga personale sanitario ma anche professioni dell’area psicologica, educativa e riabilitativa.
“Tutto ciò facilita la diagnosi e la conseguente attività dei medici specialisti nell’individuare le cure”, ha sottolineato Luigi Grimaldi. Il quale ha poi dimostrato alla platea i benefici economici per le famiglie, dati alla mano: “Attraverso l’analisi dei DRG applicabili a una medesima condizione patologica è emerso come essa in diversi casi sia stata trattata con ricovero (improprio) di 4 giorni anzichè con un ricovero di 1 giorno con dimissione nella stessa giornata di effettuazione della prestazione dopo sedazione profonda o anestesia generale”. “Nel caso di una gengivoplastica abbiamo notato come si possa risparmiare fino a quasi 6.000 euro”.
“Perciò – conclude Luigi Grimaldi – l’iniziativa di cui siamo promotori presenta innumerevoli vantaggi per il sistema sanitario regionale in termini di miglioramento dell’efficacia e dell’appropriatezza dell’assistenza erogata, nella percezione di completezza nella risposta data al bisogno espresso dai pazienti e dai loro caregivers e soprattutto in termini di recupero di efficienza e di risparmio”.