L’11 agosto sarà un giorno che difficilmente Salim Mohamad Sofi Zada potrà dimenticare. L’ospite afgano del centro SAI di Fardella, gestito dalla cooperativa sociale Medihospes, ha ottenuto il riconoscimento della sua laurea triennale in Orticoltura, facoltà di Agraria, conseguita a Kabul.
La cerimonia è stata ospitata nella sala consiliare del Comune di Fardella alla presenza del sindaco mariangela Coringrato, del vicepresidente della cooperativa sociale Medihospes Marcello Cervone e della responsabile del centro SAI Maria Gallo.
Come riportato dalla stampa locale, Salim Mohamad Sofi Zada è nato il 24 marzo 1987 nella provincia di TakHar in Afghanistan. Ha vissuto a Kabul insieme alla sua famiglia: sua moglie Karimi e i suoi due figli Yousuf (4 anni) e Yunus (1anno).
Lo scorso agosto è stato costretto a lasciare il suo Paese, assieme alla sua famiglia, in seguito alla caduta del governo e alla presa di potere dei talebani. L’intera famiglia è rimasta nascosta in casa per quasi due settimane per paura di persecuzioni.
A fine agosto 2021 sono arrivati in Italia e un mese dopo sono stati accolti nel centro SAI di Fardella dove, fin da subito, si sono integrati. Salim ha trovato lavoro nell’azienda agricola Vivai di Pasquale de Simone a Tursi e l’equipe si è adoperata per l’equipollenza dei suoi titoli di studio conseguiti in Afghanistan mediante ente CIMEA (Centro d’informazione sulla mobilità e le equivalenze accademiche). Con un lieto fine: oggi la sua laurea in Orticoltura è stata riconosciuta anche nel nostro Paese.
Per il vicepresidente Marcello Cervone “quello che oggi stiamo vivendo penso sia una testimonianza e un invito a tutti noi a rendere l’accoglienza e l’integrazione dei beneficiari non solo uno slogan ma una prospettiva fatta di azioni e iniziative concrete. I Comuni attraverso la gestione dei progetti SAI sono impegnati nell’accoglienza di famiglie, bambini, dando loro la speranza e garantendo il diritto e i servizi che un territorio offre. La Medihospes che oggi rappresento si impegano quotidianamente per ricostruire contesti di pace e solidarietà verso i più fragili e vulnerabili, aprendo spazi di integrazione in tutti i territori dove siamo presenti”.