«Ma come mai stavano tutti in silenzio? Nel mio paese, il Ghana, quando si va a vedere un film, in sala è possibile parlare anche durante la proiezione». Basta un’affermazione del genere, pronunciata
a far comprendere quante e quanto siano diverse usanze ed abitudini tra i vari contesti di provenienza dei richiedenti che abitano e popolano le strade e i luoghi pubblici di tante città italiane. E se per alcuni, quella dell’esperienza cinematografica, è stata una “prima volta” solo sotto certi punti di vista, per altri ancora è invece stata una “prima volta” a trecentosessanta gradi e in quanto tale ricca di nuove emozioni. Emozioni che hanno avuto l’opportunità di provare alcuni richiedenti asilo ospiti delle diverse strutture gestite dalla cooperativa sociale Medihospes nella città di Messina. I ragazzi, attualmente accolti nella struttura per la primissima accoglienza di minori stranieri non accompagnati, Casa Ahmed, e nelle due strutture del circuito Sprar (categoria vulnerabili), grazie alla rete territoriale che la cooperativa è riuscita a costruire sul territorio, hanno avuto la possibilità di affrontare un viaggio all’interno di un mondo fantastico fatto luci, suoni, colori.
«L’idea di “catapultare” i ragazzi nel mondo del cinema – ha affermato uno dei componenti dello staff della Medihospes – , così come avvenuto per molte delle cose che abbiamo programmato finora, trova ragion d’essere nelle stesse richieste che giungono dai nostri ospiti. Nel caso specifico, di recente, uno dei ragazzi, nel corso di una visita organizzata in giro per la città, mi ha chiesto cosa fosse il grande palazzo che ci trovavamo di fronte. Nel momento in cui gli ho spiegato che quello era un cinema, mi ha risposto che non sapeva cosa fosse un cinema. Lo stupore “letto” negli occhi di quel giovane migrante, ha costituito la molla per attivare i nostri contatti ed avviare la collaborazione cinematografica». Per la loro “prima volta” sul grande schermo i ragazzi hanno avuto l’opportunità di vedere il grande kolossal della Marvel “Avengers” attualmente campione mondiale di incassi. «Non avevo mai visto nulla di simile – ha raccontato al termine della proiezione uno dei giovani richiedenti – è stato bello ed entusiasmante. E’ vero, magari non siamo riusciti a comprendere tutto per via della lingua, ma questo non ha reso il film meno bello di quanto non fosse».
Quello con il cinema, come già detto, non sarà un appuntamento isolato: settimanalmente, infatti, altri gruppi di ragazzi, a turno, avranno l’opportunità di vivere le medesime emozioni. «Non appena rientrati nelle rispettive strutture di accoglienza – racconta ancora uno dei componenti dello staff della Medihospes – i “neo spettatori” hanno condiviso l’esperienza con gli altri compagni e di, conseguenza, adesso tutti dovranno provare l’emozione del “debutto”»